«Caro Letta, qui in Campania abbiamo un problema», un problema chiamato Vincenzo De Luca. La lettera indirizzata al segretario dem è nata su iniziativa del Gruppo Deep – democrazia e partecipazione di Salerno e ha già raccolto decine di firme di personalità che si riconoscono in un campo vasto a sinistra ma anche vicino al Pd (Aurelio Musi, Isaia Sales, Giso Amendola, Maurizio Braucci, Carlo Ianniello, Luciana Libero, Nadia Urbinati, Massimiliano Amato tra gli altri). «Ti chiediamo – scrivono – se sei favorevole o contrario al terzo mandato del presidente della regione Campania con legge ad personam. Ti chiediamo: come pensi di sostenere le ragioni del Sud e al tempo stesso tollerare questa deriva regional-sovranista, clientelare, familistica?».

Il «sistema Salerno», come i pm l’hanno battezzato in una recente inchiesta, viene analizzato nel dettaglio: «Comprendiamo che è arduo rinunciare ai voti che De Luca è capace di coagulare, tra centro sinistra e destra. Ma dovresti chiederti quanto costano ai cittadini campani ma anche alla credibilità del Pd». Come gli attacchi al ministero della Cultura «al solo scopo di varare una legge che consenta altro scempio del paesaggio. De Luca dovrebbe chiedere scusa ai campani che con la sua legge il paesaggio lo perderanno per sempre, come è avvenuto a Salerno con il Crescent. Se la Campania è ai minimi termini, se la salute non funziona, il lavoro non si trova, la povertà aumenta sarà il caso di fare qualcosa oltre che gingillarsi con le battute?».

Il Pd subisce lo stesso trattamento riservato a chi non si allinea: «Sotto De Luca il partito è a pezzi. A Salerno è una segreteria personale di Piero De Luca. Il suo giovane amico Enzo Luciano è oggi segretario del Pd salernitano e capostaff del sindaco con lauto stipendio. Non è proprio un bell’esempio per le migliaia di giovani che vanno via ogni anno per cercare lavoro. Che cosa gli stiamo dicendo, che basta essere un amico dei De Luca per trovarlo o bisogna essere figlio di De Luca per vincere i concorsi all’Università?». Il riferimento è al primogenito Piero diventato professore associato a Cassino. Il fratello Roberto è ricercatore all’Università salernitana.

«Salerno è ormai feudo della famiglia – scrivono -. Un sistema “militare” di controllo, appalti & clientele attorno al quale si è coagulato un blocco di potere che distribuisce posti, privilegi e occasioni di arricchimento. Dietro le firme delle archistar emergerebbero connessioni tra magistratura, imprenditori edili, avvocati, giornali; dietro le cooperative sociali ricatti e scambi tra lavoro e voti con indagini che hanno coinvolto De Luca, il sindaco di Salerno, fino al Consiglio regionale». E ancora: «Finanche la cultura paga dazio, con la massima istituzione napoletana come il San Carlo umiliata con tagli ai finanziamenti per colpire il direttore Lissner. Ma è la sanità, di cui ha assunto le deleghe, il suo migliore palcoscenico. Irrisolte tutte le questioni di una assistenza territoriale carente».

Per concludere: «Da anni il Pd si volta dall’altra parte. Tra decadenze, indagini, abusi d’ufficio, prescrizioni, condannati a capo della sua segreteria, alleanze opache, questa carriera spericolata ha trovato nel partito un salvacondotto che gli ha consentito la “superfetazione” di un potere che dipende dall’ossessiva rappresentazione di se stesso». Il segretario dem di Napoli Sarracino, il ministro Orlando e il vicesegretario Provenzano non si sono tirati indietro rispetto al conflitto politico con De Luca. Letta ha letto con grande attenzione e si occuperà delle questioni sollevate, fanno sapere dal Nazareno. Ma ora la testa è alla guerra in Ucraina.